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Ovidio


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brano
 
Apuleio
Della magia, 91
 
originale
 
[91] Vide quaeso, Maxime, quem tumultum suscitarint, quoniam ego paucos magorum nominatim percensui. quid faciam tam rudibus, tam barbaris? doceam rursum haec et multo plura alia nomina in bybliothecis publicis apud clarissimos scriptores me legisse an disputem longe aliud esse notitiam nominum, aliud artis eiusdem communionem nec debere doctrinae instrumentum et eruditionis memoriam pro confessione criminis haberi an, quod multo praestabilius est, tua doctrina, Claudi Maxime, tuaque perfecta eruditione fretus contemnam stultis et impolitis ad haec respondere? ita potius faciam: quid illi existiment, nauci non putabo; quod institui pergam disputare: nullam mihi causam fuisse Pudentillam ueneficiis ad nuptias prolectandi. Formam mulieris et aetatem ipsi ultro improbauerunt idque mihi uitio dederunt, talem uxorem causa auaritiae concupisse atque adeo primo dotem in congressu grandem et uberem rapuisse. ad haec, Maxime, longa oratione fatigare te non est consilium; nihil uerbis opus est, cum multo disertius ipsae tabulae loquantur, in quibus omnia contra, quam isti ex sua rapacitate de me quoque coniectauerunt, facta impraesentiarum et prouisa in posterum deprehendis: iam primum mulieris locupletissimae modicam dotem neque eam datam, sed tantum modo [creditam], praeter haec ea condicione factam coniunctionem, nullis ex me susceptis liberis [si] uita demigrasset, uti dos omnis apud filios eius Pontianum et Pudentem maneret, sin uero uno unaue superstite diem suum obisset, uti tum diuidua pars dotis posteriori filio, reliqua prioribus cederet.
 
traduzione
 
Vedi, Massimo, quale schiamazzo hanno fatto perch? ho enunciato i nomi di alcuni maghi. Come comportarsi con gente cos? rozza, cos? barbara? Dovrei loro ancora insegnare che questi nomi e molti altri ancora ho letto nelle pubbliche biblioteche in opere di chiarissimi scrittori, oppure dovrei sostenere che una cosa ? conoscere i nomi delle persone, un'altra cosa ? praticarne le arti, e che lo studio e la cultura non devono essere considerati come la confessione di una colpa? Oppure non sar? molto meglio che io mi affidi alla tua scienza, Claudio Massimo, e alla tua compiuta erudizione, sdegnando di rispondere a gente sciocca e incivile? S?, s?: cos? ? meglio. Pensino essi quello che vogliono: non me ne importa nulla. Questo riprender? a dimostrare: che non ebbi nessun motivo per allettare Pudentilla al matrimonio con magiche fatture. Dell'aspetto e dell'et? della donna hanno parlato con disprezzo, e mi hanno accusato di aver desiderato una donna n? bella, n? giovane per avidit? di denaro: e per ci? di averne estorto, appena uniti, una grossa e proficua dote. Di fronte a tale accusa, Massimo, non intendo stancarti con lunghi discorsi. Non c'? bisogno di parole, qui: il contratto nuziale parla molto pi? eloquentemente; in esso tu trovi tutte le cose fatte e predisposte con intenzioni contrarie a quelle che costoro, secondo la propria capacit?, attribuiscono anche a me; e dapprima trovi che l'assegnazione dotale ? modesta, sebbene sia ricchissima la moglie, e che non vi ? costituzione reale, ma soltanto obbligatoria della dote; inoltre c'? questa condizione matrimoniale, che se Pudentilla passi di vita senza avermi dato figlioli, la dote intera rimane ai due figli Ponziano e Pudente; se essa, prima del suo ultimo giorno, lasci un figlio o una figlia, met? della dote viene al figlio del secondo letto, il resto gli altri due.
 

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